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L’uomo senza inconscio e il gioco d’azzardo patologico. Il gambling e la sua costruzione in Italia. Paradigma e algoritmi del «gioco d’azzardo industriale di massa»: responsabilità istituzionali, sociali, professionali

08/06/2018 / 24/09/2018

L’uomo senza inconscio e il gioco d’azzardo patologico

CICLO DI 3 CORSI ACCREDITATI ECM APERTO A TUTTE LE CATEGORIE MEDICHE
Il gioco d’azzardo patologico appiattisce la vita delle persone in una forma di consumo dissipativo: non è in gioco il consumo di un bene ma il consumo stesso della vita. Seguendo le riflessioni che lo psicoanalista Massimo Recalcati ha compiuto sulla condizione del soggetto nell’epoca ipermoderna possiamo vedere nel giocatore d’azzardo patologico un esempio paradigmatico dell’uomo senza inconscio perché il consumo compulsivo ha preso il sopravvento su ogni legame con gli altri e con se stessi. Gli operatori dei servizi di cura si confrontano ogni giorno con storie di vita dove i giocatori patologici hanno dilapidato non solo tutti i loro beni, ma anche affetti e legami. A livello sociale la situazione non sempre è percepita in tutta la sua gravità e diffusione epidemica. Diventa cruciale allora poter approfondire questo argomento cercando di tener presenti le esigenze di formazione continua degli operatori impegnati direttamente sul campo e considerare allo stesso tempo la questione del gioco d’azzardo patologico come un tema politico che coinvolge tutti i cittadini.

I tre incontri formativi su “L’uomo senza inconscio e il gioco d’azzardo patologico” risponderanno a questa esigenza grazie all’intervento di tre dei maggiori esperti su questo tema: Maurizio Fiasco, Mauro Croce e Daniela Capitanucci. Verranno prese in esame le coordinate socio-economiche che caratterizzano il fenomeno, i nuovi volti del giocatore patologico, le sfide attuali e le strategie dei servizi di cura. Le riflessioni più aggiornate e i contributi di ricerca più recenti verranno condivisi e discussi con i partecipanti agli eventi formativi partendo dalla convinzione che la strada migliore per contrastare il consumo dissipativo dell’azzardo patologico è quello di costruire una cultura clinica e sociale che scommette sulla generatività dei legami.

CICLO DI 3 CORSI CHE SI TERRANNO TUTTI AD ANCONA PRESSO LA MOLE VANVITELLIANA

iscrizione on line | area privata


IL CORSO E’ ACCREDITATO ECM: 12 CREDITI
per l’ottenimento dei crediti ECM è necessario frequentare tutti e 3 gli appuntamenti:

PRIMO APPUNTAMENTO | 8 GIUGNO 2018 | orario: 14:00 – 18:00

Il gambling e la sua costruzione in Italia. Paradigma e algoritmi del «gioco d’azzardo industriale di massa»: responsabilità istituzionali, sociali, professionali

Relatore: Prof. Maurizio Fiasco
Mole Vanvitelliana – Ancona
Partecipanti: 100

 

PROGRAMMA

14.00 – Cenni storici sul gioco d’azzardo in Italia

15.00 – Gli ultimi anni: nuove leggi e nuove opportunità di gioco

16.00 – Le conseguenze socio-economiche

17.00 – Quali spiragli per il futuro?

L’offerta di gioco d’azzardo legale ha subìto un’espansione esponenziale a partire dal 2003. Le opportunità di giochi d’azzardo praticabili dai cittadini sono aumentate rispetto al passato sia in termini di tipologie (slot machine, VLT, gratta e vinci, scommesse, bingo, giochi d’azzardo online, ecc.), sia nella capillarità di diffusione nel territorio (oggi è possibile giocare d’azzardo praticamente in quasi tutti i bar, molti tabaccai, oltre a locali specializzati) e via internet (da pc ma anche tramite app su mobile). Ciò ha generato un’accessibilità senza precedenti, anche attraverso una customizzazione dei clienti, con offerte mirate a determinati target di consumatori, con giochi d’azzardo appropriati a ogni profilo di giocatore (donna, uomo, giovane, anziano, tecnologico, tradizionale…). In questo contesto, rispetto al passato, più persone hanno cominciato a giocare d’azzardo, con il risultato che oggi più persone giocano d’azzardo e più persone hanno sviluppato in valore assoluto un problema (sia di dipendenza vera e propria, sia sotto soglia diagnostica, ma in ogni caso rilevante in termini di impatto sul proprio e altrui benessere). Cioè, sebbene probabilmente il tasso percentuale di giocatori patologici sul totale dei giocatori è aumentato solo di poco, è diventato invece molto più consistente per quel che riguarda il numero di cittadini colpiti, proprio essendo aumentato il numero di persone che giocano d’azzardo (che invece un tempo era assai contenuto, essendo l’offerta molto limitata): ciò ha generato conseguentemente una nuova richiesta di cura, di assistenza e di attenzione anche in ambiti non strettamente clinici, ma fortemente collegati alle caratteristiche della patologia. Un’aggiuntiva criticità risguarda il fatto che i servizi non sono stati progettati e resi disponibili ai cittadini di pari passo all’evoluzione del mercato. Infatti, sino al 2012 (prima della cd “Legge Balduzzi”) è mancata una norma che riconoscesse il Disturbo da Gioco d’Azzardo come meritorio di attenzione socio sanitaria. In aggiunta, come se questo ritardo non bastasse, sono passati ulteriori anni dopo l’emanazione della Legge per vederne applicati i principi in modo effettivo, nè appropriato. L’Osservatorio presso il Ministero della Salute, che avrebbe dovuto costituire risorsa orientativa delle politiche socio sanitarie, sta mostrando varie criticità (nella composizione e nel funzionamento). La parte della norma sulla pubblicità ha avuto applicazioni edulcorate. Inoltre, il DGA è entrato nei LEA solo a inizio 2017, con retroazioni peraltro non sempre positive. Tra queste, il dare per assunto che le Regioni potessero (e dovessero) assicurare con fondi ordinari prestazioni in realtà nuove e aggiuntive, e il dare per scontata la qualificazione degli operatori (in tutti i settori: psico-socio sanitari, come pure legali e finanziari e giuridici) a fronte di una mancata formazione specifica.

 


SECONDO APPUNTAMENTO | 22 GIUGNO 2018 | orario: 14:00 – 18:00

Dostoevskij e la slot-machine

Relatore: Prof. Mauro Croce

Mole Vanvitelliana – Ancona

Partecipanti: 100

 

PROGRAMMA

14.00 – Modelli interpretativi del disturbo da gioco d’azzardo patologico

15.00 – Comprendere il significato della sofferenza

16.00 – La soggettività dei giocatori post-moderni

17.00 – Rifugi della mente e possibili vie d’uscita

Al di là dei diversi modelli di lettura e dei tentativi di interpretazione , il disturbo da gioco d’azzardo si presenta come un fenomeno complesso, dai contorni incerti, estremamente sfuggente, di difficile classificazione e dalla eziologia incerta. Nonostante le innumerevoli ricerche ed i diversi modelli proposti dalle diverse discipline, i modelli interpretativi a disposizione nel comprendere le motivazioni sottese , le cause, ed anche i trattamenti non possono non lasciarci soddisfatti. Ma è anche il caso di ammettere come, anche quando si giungesse ad oggettivare e descrivere l’insieme dei meccanismi biologici, neurofisiologici e dei comportamenti appresi delle addiction e del gambling questo probabilmente non aggiungerebbe molto alla comprensione del significato della sofferenza ed alla possibilità di incontrarla e curarla clinicamente. Anche perché se è noto come, all’interno del contenitore diagnostico “disturbo da gioco d’azzardo” i soggetti che vi appartengono costituiscono una categoria tutt’altro che omogenea, è anche sempre più evidente come i giocatori post-moderni ricerchino nel gioco non tanto l’occasione di esibizione, sfida, agonismo, quanto una via di fuga dal mondo reale e di immersione in un, in una realtà parallela, in un rifugio della mente.


TERZO APPUNTAMENTO | 24 SETTEMBRE 2018 | orario: 9:00 – 12:00

Disturbo da gioco d’azzardo: una nuova sfida per i servizi

Relatore: Prof.ssa Daniela Capitanucci

Mole Vanvitelliana – Ancona

Partecipanti: 100

 

PROGRAMMA

9.00 – Saper leggere le spie del fenomeno

10.00 -I contesti dell’incontro

11.00 – Forme e livelli dell’intervento

12.00 – Sostenere la sinergia degli interventi

Una lezione in cui si effettuerà una analisi del contesto e dei bisogni specifici di assistenza, cura e supporto generati dal disturbo da gioco d’azzardo patologico (sopra e sotto soglia).
Si proseguirà delineando le tracce di interventi possibili e differenziati da attuarsi nei molteplici servizi coinvolti (socio-sanitari, servizi sociali di base, ma anche giuridici per quel che concerne sia l’area civile – gestione del sovra indebitamento legale, ricorsi all’istituto dell’amministratore di sostegno, differenti approcci a pratiche ordinarie quali ad esempio separazioni, divorzi e successioni – sia quella penale – reati connessi alla patologia, in particolare commessi in conseguenza della stessa), nonché i nuovi modelli organizzativi che – solo attraverso una reale forte integrazione tra professioni che spesso non hanno l’abitudine a dialogare tra loro – possono garantire l’efficace presa in carico delle famiglie colpite da questo disturbo. Infine si farà qualche cenno in merito alla prevenzione ambientale/strutturale senza la quale nessuna prevenzione educativa può avere un senso.

 

Dettagli

Inizio:
08/06/2018
Fine:
24/09/2018
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